La filarmonica Pisana è lieta di partecipare all'evento per la valorizzazione del Tumulo del Principe Etrusco. L'evento dal titolo "TUTTI DAL PRINCIPE DOMENICA SERA!", è un appuntamento che organizzato per tutti coloro che intendono scoprire all’imbrunire uno degli scenari più affascinanti (e poco conosciuti) della Città, ascoltando sull’erba il concerto del Complesso di Legni, Ottoni e Percussioni della Società Filarmonica Pisana. Nessun palco, nessuna struttura, ma solo il vasto prato antistante il monumento pronto ad accogliere i musicisti ed il pubblico, tutti insieme sulla spianata in un insolito convegno.
Ci auguriamo che abbiate seguito la nostra viva raccomandazione di portare da casa plaid e cuscini per potervi accomodare liberamente e rilassare sul vasto prato mentre ascoltate la buona musica e l’illustrazione del sito archeologico del Principe Etrusco da parte del Prof. Stefano Bruni, che Vi racconterà la storia e i segreti del Tumulo, testimonianza importantissima del passato etrusco di Pisa.
COMUNE DI PISA
ASSOCIAZIONE CULTURALE IL MOSAICO
CTP 6 – Consiglio Territoriale di Partecipazione
CROCE ROSSA ITALIANA – Comitato di Pisa
SOCIETÁ FILARMONICA PISANA
Ai margini settentrionali della necropoli nord-occidentale di Pisa etrusca, negli anni 1994-1998 è stato portato alla luce un articolato complesso sepolcrale di notevole rilievo, cristallizzato attorno ad un grande tumulo di m. 30 di diametro delimitato da una crepidine di lastre di pietra di ridotto spessore, infisse con regolarità verticalmente nel terreno, attorno a cui, a circa m. 2 di distanza, erano disposte coppie equidistanti di grandi pietre monolitiche ad una distanza regolare di circa m. 7. Nel settore nord-orientale della crepidine erano state inserite due lastre perpendicolari al perimetro, che costituivano il sostegno di un gradino, forse in legno, utilizzato per accedere all’interno del tumulo. Nel terreno circostante, al di sotto di una complessa stratificazione della necropoli, che sembra utilizzata dalla fine dell’VIII fin verso la metà del V secolo a.C., sono stati rinvenuti alla stessa quota dell’impianto della tomba monumentale numerosi resti di sepolture più semplici.
L’indagine del tumulo, rinvenuto intatto, ha permesso di recuperare anche non pochi dati relativi al rituale funerario. All’interno del monumento, al centro, è stata individuata una complessa struttura, composta da una grande fossa quadrangolare di circa m. 4 di lato e profonda circa un metro ricavata nel terreno vergine, al cui interno era stata collocata una grande cassa lignea, dentro alla quale sono stati trovati solo pochi resti di alcuni vasi ed alcune ossa di ovino, verosimilmente resti di una cerimonia funebre. La fossa era stata, poi, colmata con piccole pietre, gettate con una certa cura, al di sopra delle quali sono stati recuperati resti di vasi di impasto e di un’anfora da trasporto. Questa fossa era stata, quindi, ricoperta di terra fino alla sommità delle lastre della crepidine, ad eccezione di una buca di forma triangolare, riempita di argilla sterile, su cui era stato deposto un grande tridente in ferro con l’asta ritualmente spezzata. Al di sopra, poi, era stato costruito un grande altare in pietra, rinvenuto in parte smontato e sul cui piano sono stati trovati un grande coltello e quattro spiedi in ferro, oltre ad una mascella di cavallo. Di fianco all’altare era stato deposto un grande dolio, al cui interno è stata trovata solo una gran quantità di cenere, con frammisti numerosi piccoli chiodi bronzei ed un sottile filo d’oro, forse parte di un orecchino, che costituiscono i resti di un kolossòs, cioè un’immagine sostitutiva del corpo assente del morto, arso sulla pira funebre. Una volta terminata la cerimonia, dapprima era stato smontato l’altare ed alcune sue parti, ritualmente spezzate a colpi di mazza, erano state accuratamente deposte in una fossa quadrangolare realizzata di lato, all’interno della crepidine, e quindi era stato costruito il tumulo vero e proprio.
La tomba è, considerata anche l’assenza di resti umani, un cenotafio relativo ad un principe che traeva la propria ricchezza e il proprio prestigio da attività marinare, come segnala il tridente, la lancia marina, strumento connesso alla pesca, ma anche alla regalità, e fornisce non pochi dati sui complessi rituali praticati nella necropoli di Pisa in una data attorno alla fine dell’VIII – inizi del VII secolo a.C. .
Dirige il Maestro Paolo Carosi